10 luglio, si parte….
Il volo
stato d’animo un po’ confuso, lascio un sacco di cose aperte, devo cercare di fare spazio fare un po’ di vuoto, per lasciare entrare nuovi volti, nuove esperienze.
Fare vuoto , non significa buttare via quello che si è fatto, ma cercare di incasellare, sistemare, mettere da parte.
Parto, a malpensa incontro altri compagni di viaggio e… le prime rogne burocratiche alla dogana…
Un durissimo interrogatorio da parte dei funzionari Israeliani e gli incaricati della compagnia aerea.
OK lo fanno per la sicurezza, ma … un sorriso, un po’ di relax , visto che per di più siamo in una decina a prendere il volo e in DUE ad essere fermati.
Si decolla
Immediatamente mi trovo catapultato nella società israelo -palestinese alla quale sto cercando di avvicinarmi.
Accanto al mio posto una simpatica nonna veneta, che sta recandosi in palestina con il marito la figlia e i due nipotini.
Italianissima di una settantina d’anni, penso che deve essere nata immediatamente dopo la guerra, è figlia della salvezza, ma scelgo per pudore di non parlarle di deportazione.
Parliamo invece di suo nipotino, e di voi, di quanto siete grandi forti, belli, affidabili.
Parliamo del nostro teatro delle nostre scorribande nei boschi, e parlo anche con il nipotino, Abel 4 anni e mezzo.
Sveglissimo, sa contare, parla italiano , inglese e ebraico, perchè in famiglia conoscono tutte queste lingue e hanno scelto di fargliele imparare naturalmente , senza studiarle, just speaking, solo parlandole in casa! un pochino come abbiamo tentato noi, no?
Abel è un bel bimbo, italiano, di religione ebraica: molto religioso e molto praticante: indossa la kippà e porta una sciarpina con frange a mò di cintura , sotto la maglietta.
Ma la porta con disinvoltura, per lui sono io ad essere strano, di fatti mi dice: sei un uomo , perchè non hai la barba ed il cappello?
potrei dirgli che sono di una religione DIVERSA (le religioni possono essere diverse se si parte dal presupposto che c’è un solo Dio?)
Invece provo a puntare su quello che ci unisce: “la kippà io la metto quando vado in sinagoga” (l’avete fatto anche voi maschi quando abbiamo fatto il percorso ebraico nel ghetto di Asti)
E’ soddisfatto: non si deve per forza essere uguali.
Poi si scambia il posto con il nonno un gigante con un barbone la kippà e il vestito degli ebrei molto praticanti.
Parlottiamo un po’ poi mi chiede perchè vado in Israele e cosa farò.
Con lui decido di giocare a carte molto scoperte….
ed ho una bella sorpresa.
Insomma gli dico , voglio visitare ISRAELE e PALESTINA, conoscerne (per il poco tempo e poche occasioni che avrò) i pregi e le contraddizioni. Cercando di sospendere un po’ il giudizio….
E lui si trova d’accordo, bisognerebbe vivere un po’ in un posto con i palestinesi e poi per un po’ con gli israeliani e anche essi dovrebbero fare la stessa cosa per comprendere le ragioni di entrambi, e riuscire a tirare su qualcosa di buono .
Mi è subito venuta in mente la nostra grande impresa del montaggio della tenda Firenze in… 11’53”
Non abbiamo sollevato la tenda dal basso, non ne avrenmmo avuto la forza.
Per prima cosa i più forti hanno sollevato il alo centrale riducendo un po’ il peso… ma anche così non sarebbe stata su.
Si sono infilati in 6 sotto con i pali laterali (coordinando bene i movimenti) ma anche così la struttura non era stabile
QUELLO CHE LA TIENE SU ANCORA OGGI SONO I TIRANTI ESTERNI
Ognuno tira in una direzione diversa ma la mantiene stabile, tesa, accogliente capiente.
Le differenze usate come risorsa
Le corde usate come tiranti , come legami!!!
L’avvicinamento e l’arrivo a Gerusalemme
Quando recupero lo zaino… una brutta sorpresa che per un attimo non si rivela una vera TRAGEDIA.
Lo zaino, che è stato frugato e controllato dalla polizia di frontiera israeliana è tutto incasinato, e vabè… passi…
Controllo la macchina fotografica (quella bella) e…. eh???!!!!
Tutte le foto cancellate… ebbene si le foto di Venezia e Thiene il filmato dello spettacolo.
Che carognata!!!
per fortuna che in uno sprazzo di buon senso avevo salvato una copia prroprio pochi minuti prima di partire, su un hard disk di casa… però rimane una cattiveria ingiustificata!!!
Il viaggio avviene su una lunga e bruttissima autostrada, tanto cemento, case che sembrano bunker, cubi di pietra tradizionale ma costruite senza garbo e senza attenzione al paesaggio, buttati lì, a volte nemmeno terminati.
Mi salta all’occhio che i lterreno è molto asciutto ma tutto intorno ci sono coltivazioni di frumento, vigneti e anche moltissimi fiori.
Guardando bene si vedono tantissimi tubicini di irrigazione, che innaffiano persino le aiuole ai fianchi dell’autostrada…. centinaia di chilometri, accidenti , ma da dove viene tutta quest’acqua?
Che fortunati ad averne così tanta!
Gerusalemme
dopo l’ultima curva in mezzo ai palazzacci ed ai villini, si apre la città vecchia.
Wow è proprio come in cartolina, questa sì che è bella.
L’aria umida porta odori di spezie, di verdure, di rape, e di carne arrosto (di nuovo una impressione di insieme e non di unicità)
Usiamo per andare a cena ed attraversiamo nell’arco di poche centinaia di metri, l’area cristiana cattolica, quella ortodossa, quella musulmana e quella dei mercati.
Anche se si tratta di aree vicine e gestite dagli stessi amministratori ti accorgi del passaggio dall’una all’altra dalla quantità di spazzatura e dal livello economico dei passanti e dei gestori delle botteghe.
Anche se è tutta una gran mescoilanza di colori e di oggetti( nelle botteghe di souvenirs più attrezzate trovi il candelabro a 7 braccia al fianco di una lampada che sembrcon la stessa manifattura!a essere appartenuta ad Aladino e poco più in là un crocefisso, tutti dello stesso materiale e della stessa manifattura.
Ecco il vero sincretismo religioso! (sincretismo = quando si fanno stare cose diverse o pensieri diversi tutti insieme , in questo caso è come se in quelle botteghe dicessero qualsiasi dio tu preghi noi te ne vendiamo gli” accessori”)
Vedo ragazzini spingere carretti e sistemare le cassette del pesce , poi quando chiudono le botteghe, da una serranda chiusa vedo uscire un po’ di luce e sento diffondersi musica.
Mi avvicino per sbirciare e dentro c’è un ragazzetto, mi viene subito in mente Enayatollah , il protagonista del libro “Nel mare ci sono i coccodrilli” chissà se questo ragazzetto passerà la notte in bottega, magari sentendosi privilegiato per non dovere stare all’aperto?
Facciamo altri due passi, e ci sediamo a guardare Gerusalemme dall’alto, siamo nei pressi della via che percorse Gesù per salire per essere crocefisso.
A non più di cento metri dalla bottega con il ragazzino , c’è una bella casa con una grande finestra un uomo in camicia bianca pantaloni neri e cappello grande e nero sta telefonando sulla terrazza, dalla finestra della cucina vediamo una donna con un foulard in testa sistemare la cucina arredata molto bene e occuparsi del figlio piccolo. (una classica famiglia ebrea osservante)
Due realtà, quella del ragazzo nella baracca e del bambino che cresce nella casa bella e protetta, troppo troppo diverse, anche perchè sono a pochi metri di distanza…
sono solo immagini, nessun giudizio , prima di giudicare bisogna capire…
a domani!!!!
notte!
secondo giorno 16 luglio
Il Beduino che salì sulla collina e ci costruì una scuola.
Oggi giornata molto coinvolgente.
Iniziamo il giro agli accampamenti beduini per visitare i progetti di Vento di Terra la scuola di Bambù e la scuola di gomme.
Fa caldissimo, i villaggi beduini sono in mezzo alla polvere, in mezzo al nulla , in valli strette e sassose, per arrivarci se c’è la strada ci si arriva piano piano altrimenti si deve scavalcare un guard rail….
ma a essere pignoli, per arrivare ai villaggi la strada attraversa una discarica, che quando piove porta proprio al villaggio un’acqua inquinatissima.
Sulle colline sopra i villaggi si intravedono , i villaggi degli insediamenti Israeliani.
Da lassù vedono da lontano i villaggi beduini con i loro problemi quotidiani ma non è raro che i coloni si lamentino per avere questi vicini così pittoreschi e chiedano che il villaggio venga sgomberato.
Insomma il più che ha tutto e vuole sempre di più….
Oggi era giorno di gran festa alla scuola di bambù, a proposito si chiama così perchè quuesta scuola di bambù è fatta di…. LAMIERA DI FERRO.
I beduini avrebbero voluto sistemarla un po’ perchè dentro si schiatta dal caldo. Ma il governo Israeliano ha detto : se la toccate la demolite e non la ricostruite, allora HAN DOVUTO INGEGNARSI E , CON L’AIUTO DEI VOLONTARI DI vENTO DI tERRA, HANNO ESCOGITATO QUESTO “TRUCCHETTO”
La struttura non è stata toccata ma all’interno ed all’esterno è stata foderata di canne di bamboo e fango pressato e paglia per isolare i fagazzini dal caldo (odggi c’erano 46°… giusto per capire di cosa parliamo)
Era festa oggi al villaggio : una bambina è stata premiata per la fiaba che ha scritto (ricordate per caso la trama? ce l’avevano raccontata quando sono venute le volontarie in classe da noi)
Incontro lo sguardo di Said , Ahmed e Mohammed: anche a loro piace un sacco fotografare, al più presto vi faccio vedere le foto che hanno scattato proprio loro con la mia macchina.
Bimbi svegli come voi… solo che la loro condizione è davvero pazzesca….non hanno nulla , nulla di nulla, vivono in una baracca, niente luce , l’acqua la vanno a prendere con l’asino o a piedi mentre portano il gregge di capre al pascolo… e devono camminare un bel po’… di erba non ce n’è nei dintorni.
Per visitare la scuola di gomme è “molto” più semplice…
Basta parcheggiare in autostrada, saltare il guard rail, e camminare un pochino in mezzo alla polvere… le baracche del villaggio beduino appaiono in mezzo alla polvere.
Quello che però emerge immediatamente dal buio sotto le lamiere, sono occhi neri e luminosi, fieri e decisi come quelli della nostra Antigone, che fanno allargare il cuore.
In mezzo a tanto … niente… c’è una umanità dolce ed accogliente che da speranza.
Una bimba da dietro una tenda mi richiama con uno schiocco… ci salutiamo con gli occhi e qualche gesto Come stai? Hambdu Lillà Tutto bene!!!
ci sediamo sotto una tettoia e incontriamo il capo viillaggio, gli consegnamo le firme … esatto c’è anche la vostra!
La petizione in cui si chiede al governo israeliano di non distruggere queste scuole.
il capo villaggio ci racconta che prima in quel posto c’èra una collina , ma quando decisero 4 anni fa di costruire la loro scuola, lui disse , “e che problema c’è la collina la togliamo” e nel giro di due mesi, la collina è stata spianata e al suo posto è sorta la scuola di gomme, con 5 Classi.
Si pensa già al raddoppio: ai bambini Jahalin piace la scuola.
Belle persone ricche forti, positive, chiare e dirette.
In serata siamo poi scesi a fare un bagno nel mar morto.
Mamam mia come è salata l’acquaaaaa!!!
Mi sono bagnato gli occhi e non son più riuscito ad aprirli per quanto bruciavano per mezz’ora
E che caldo : l’acqua sembrava brodo e l’aria un forno
43 gradi alle 19.00
Però davvero bello!
Una speranza
Non so come si chiami questa bimba, ma mentre attraversavo la polvere del suo campo, l’ho sentita schioccare la lingua, come fanno i pastori per richiamare le capre, era lei dietro al telo della sua tenda -baracca che cercava di richiamare la mia attenzione.
Non un grido, non un lamento ma un richiamo modesto, riservato , sommesso.
Un delicato schiocco, a dire: “io sono qui, sono anche io curiosa e voglio conoscerti, tu hai fatto un sacco di strada per arrivare fino al mio campo, fermati, trascorri un po’ del tuo tempo per capire comprendere.
E , mi sto accorgendo , in questo viaggio che le cose da capire , non te le fanno capire le persone rumorose, che strombazzano la propria verità, ma i piccoli dettagli, i profumi , gli odori e le puzze.
Cosa vuole dire un mucchio di spazzatura davanti ad una abitazione?
Che tutti gli abitanti di quella zona vivono con la convinzione di ESSERE un po anche loro spazzatura. Cosa significano quei buchetti sui muri? Che qualcuno negli anni passati ha sparato una raffica di mitra per fare stare zitte delle persone che protestavano. Cosa vuole dire un muro che divide città , campi, sorgenti…. che due popoli rischiano di essere destinati a non avere MAI PIU’ relazioni.
Bè ringrazio questa bimba per avermi fermato,essersi fidata di me per un attimo, ed avermi regalato un sorriso che racconta un pezzetto della sua storia adesso quando al telegiornale si parlerà di Palestina, di scontri, di terrorismo, di conflitto e di tentativi di pace… a me verrà in mente questo suo sguardo pulito e, nonostante tutto, FIDUCIOSO!
Oggi abbiamo visitato due laboratori nei quali bravissimi lavoratori e fantasiose artigiane costruiscono il loro futuro.
Donne Palestinesi dell’associazione Silver Tent , alcune anche di origine beduina realizzano bellissimi oggetti di bigiotteria, usano la loro fantasia e capacità e così riescono a guadagnare abbastanza per vivere e contribuire alla sopravvivenza delle loro famiglie.
In un altro laboratorio si realizzano sandali che viaggiamo per il mondo percorrendo strade di pace. infatti l’assoioazione si chiama Paces of Peace.
Per i palestinesi questa operazione può fare la differenza: se sei in miseria vivi nel campo profughi, una specie di quartiere con case scassate , mezze costruite, mezze demolite, con spazzatura ovunque e nessuna sicurezza… se riesci , invece , a mettere da parte qualche soldo, puoi sperare di affittare o costruirti una casetta in una parte più decente dei territori Palestinesi.
E c’è MOLTA differenza
Ramallah
E’ praticamente la Capitale della Palestina (http://it.wikipedia.org/wiki/Ramallah)
Un turbinio di auto , persone a piedi, che spingono carretti , che tentano di vendere qualsiasi cosa a chiunque….
C’è il venditore di te e di sciroppo di carrube in mezzo alla strada, la polizia che assiste impotente a un ingorgo causato da un camion che non riesce a passare perchè un’auto ha bucato e l’autista che avrà 16 anni aiutato dal fratellino di 5 anni sta sostituendo la gomma in mezzo alla strada.
Ci sono gruppetti di ragazze che vanno a spasso, due con il velo, due vestite all’occidentale e un’altra “trazzata” da discoteca con scarpe fuxia con tacco 12, minigonna e vestitino aderente. Tutte si rinfrescano sorseggiando una spremuta di limone menta , buonissima (ve la faccio quando arrivo)
Ci sono muratori cher demoliscono un tetto … standoci sopra rischiando ogni momento di finire giù, ci sono bambini che fanno da commessi al mercato delle verdure: accompagnano i clienti con la loro spesa, portando i pesi in sacchetti o in carrelli fino a casa.
Ecco sì tanti bambini che lavorano: al mecato, come manovali e muratori, come guardiani di negozi, come macellai….
Oggi ho immaginato tutte queste persone che alla sera tornano alle loro case, facendo attenzione a non inciampare nella spazzatura, o su qualche pezzo di piastrella o mattone, dopo una giornata nel caos, sapendo che il giorno dopo , e quello dopo ancora saranno ugualmente nel caos, nell’incertezza, nella povertà… come faranno a riposare veramente?
Come faranno a abbandonarsi al riposo?
Creonte poteva dire di no , quanndo ha detto di si….
Ma quale di costoro ha mai avuto una scelta??
DOMANDONE PER TUTTI….
quale è stata la vostra scelta più difficile?
C’è mai stata invece una volta che non avete proprio potuto dire la vostra e vi siete trovati prigionieri in una situazione che NON avreste mai voluto?
A proposito di certezze e di dubbi….
I bambini dovrebbero giocare e non andare a lavorare, quindi?
Questo papà è cattivo?
Non credo, a giudicare dallo sguardo fiero e dolce di tutti uesti tre uomini di famiglia, certo meriterebbero un destino migliore, ma probabilmente non sanno neanche di averne diritto.
Ecco in cosa noi possiamo essere utili.
Noi che conosciamo i diritti fondamentali di ogni uoomo , garantiti dalla Dichiarazione dei Diritti dell’ Uomo, dobbiamo fare si che TUTTI siano consapevoli dei propri!!!!
Ospiti al campo Beduino
arrivare al campo non è stato facile, abbiamo dovuto superare due post di blocco e il varco nel muro, un soldato israeliano con un mitra enorme ci ha controllato i documenti chiedendoci dove andavamo… ci han detto di stare sul vago , dire che andavamo a cena da amici…
E’ umiliante per noi che siamo qui, di passaggio.
Penso se ad Asti, quando dalla Torretta devo andare a Tanaro per vedere i fuochi o a visitare la Bula, io e voi dovessimo , inventarci che andiamo da una vecchia zia malata, poi portare i documenti , e infine essere interrogati con un mitra piantato davanti al naso.
Ogni volta, ogni volta…. stai calmo, stai calmo, ragiona, ma se per una volta non fossi calmo? se fosse una giornata storta e rispondessi male a chi sta dall’altra parte del mitra?
Arriviamo al villaggio beduino ed entriamo nella costruzione di lamiera che funge da zona comune.
Prima cosa mi colpisce il silenzio: siamo in una trentina, ognuno parla con il vicino, bisbigliando, senza disturbare gli altri, un’attesa in cui si scambiano due parole oppure si sta zitti.
Siamo sempre troppo occupati a DIRE QUALCOSA, QUALSIASI COSA…
Che pace , invece , poter stare in un angolino a osservare e ad essere osservato.
Mi colpisce l’odore…. che non c’è. I beduini sono pastori, mi aspettavo un forte odore di animali, invece no, niente, siamo sottooo una tettoia, fuori ci sono recinti nei quali le pecore passano la notte a dormire e ruminare erbe spinose , eppuure sembra di stare in una casa di città.
Poi portano un grande arrosto di agnello farcito con riso.
Che bello, che buono, adesso sì che si sente un profumino….
Sono i ragazzi più giovani a servire.
Alal fine del pasto si parla, ognuno si presenta, e il capo villaggio , il Mucktar racconta.
Incredibile: non un lamento solo una semplice ed asciutta descrizione della situazione, il loro villaggio, così come tutti gli altri 20 intorno alla “città santa” di gerusalemme rischiano di essere sgomberati, e le loro abitazioni abbattute per… per fare posto al muro che separa Israele dalla Palestina.
Per potere fare spazio a nuovi villaggi, questa volta israeliani, però.
Qualcuno diceva che sarebbe stato meglio se oltre a noi ci fosse qualche giornalista per poter dare voce alle ragioni dei beduini Jahalin…
noi abbiamo imparato che i giornalisti lavorano sempre per qualcuno , quindi per fare si che il giornale o il tg passino una notizia , questa deve e ssere importante per l’EDITORE più che per il giornalista.
INVECE è molto più importante essere stati in 7 persone “normali”
ognuno di noi conosce almeno 200 persone.
Starà adesso a ciascuno di noi raccontare questa storia che stiamo imparando in questo viaggio
La storia di un popolo senza terra,
che un popolo che per secoli è stato senza terra
spesso lascia senza case e senza speranza
La storia degli occhi di tante persone che non perdono la luce
anche quando è più buio
La storia del caos che non si ferma
e dei diritti che rimangono lontani…
(ma, stiamo parlando del popolo ebraico o di quello palestinese? o di tutti e due? perchè l’uomo non impara dalla storia?)
A Betlemme attraverso il muro
Arriviamo dopo un bel giro largo con il pullmino.
Non sarebbe così distante da Gerusalemme, dove dormiamo, ma il muro costruito dagli Israeliani costringe a fare dei giri lunghissimi.
il problema del muro non è solo che limita gli spostamenti fisici, ma imprigiona i sentimenti e le emozioni.
Ci sono famiglie divise da questo muro.
La famiglia presso la quale siamo stati a pranzo, è originaria di Gerusalemme, però la loro casa è appena fuori dal muro. Basta , finito, a Gerusalemme non ci possono più andare. Non hanno i Documenti. La nonna della famiglia che ci ha ospitati a pranzo è riuscita a rientrare per una virita ai parenti di Gerusalemme , solo dopo tre anni di richiest… e pensare che lei, a Gerusalemme, aveva pure un alloggio!
Betlemme è una città antica, bellissima, da un senso di speranza, sopra ai vicoli che attraversiamo ci sono teli per proteggere dal sole che sembrano vele che si gonfiano al vento.
Chissà, questo vento, dove porterà questo popolo.
Ascoltate questa:
Mentre usciamo dalla basilica della natività incontriamo una coppia, lui nero come la notte, lei biondina, con in braccio li loro bimbo, con i capelli riccissimi, e la pelle color caffelatte…
Che bel simbolo per dire che la mescolanza crea la pace.
Che bella immagine di natività, nella basilica della natività
La piazza è piena di persone che a mezzogiorno si dirigono verso la moschea.
Da un altoparlante , invece del suono delle campane , il Muezzin chiama alla preghiera (è la stessa cosa delle nostre campane, ognuno ha le proprie usanze , no?)
In silenzio , sotto il sole a centinaia si dispongono in preghiera.
Avete presente il mare calmo , in estate, nel primo pomeriggio, quando tutti sonnecchiano dopo pranzo, il senso di tranquillità e tepore.
Ecco un po’ la stessa eatmosfera.
La voce dell’altoparlante ogni tanto, e tutto il resto ovattato, luce e colori ovunque, quasi tutto si ferma , si sospende… poi così come è iniziato , tutto riprende e ognuno torna a casa proria, il forno riprende a sfornare le pagnotte, il negoziante a vendere souvenirs …
Hebron
Ci spostiamo ad Hebron, città sacra per tutte le religioni monoteiste.
C’è sepolto Abramo con tutta la sua famiglia.
Qui però la situazione è dolorosa e dura.
Surreale.
La città è palestinese, ma per entrare devi superare i posti di blocco israeliani, con soldati armati fino ai denti, torrette, filo spinato.
Si entra in un centro storico, la città vecchia , disabitato, scassato….
sopra la testa una rete metallica che sorregge sassi, spazzatura schifezze…
Perchè?
Quan do gli Israeliani hanno occupato la città hanno anche preso diverse case, i coloni Israeleiani che abitano adesso in queste case , non gradiscono che sotto di loro passino i palestinesi e allora tirano dalle finestre sassi e spazzatura …
Questo ha impoverito gente già misera, e reso deserto il piccolo mercato della città.
Per visitare la tomba di Abramo passiamo un nuovo posto di blocco.
Ho conosciuto Giampiero tornando da Gerusalemme, non pensando per niente che la maglietta che portavo l’avesse fatta lui!! ci siamo scambiati due blog e poi siamo partiti con lo stesso volo.
Per me è stata un’esperienza molto divertente!!!
Ciaooo Stefano, posso mettere una tua foto con la maglietta e la kefiah?
Chiedi a mamma e papà
in ogni caso un abbraccio e una “zampata” da lupo a tutti voi””2
Buona Caccia!!!
meravigliose leggende!!!
http://granellidisabbia-najim.blogspot.it/search/label/leggende%20arabe
Bravissimo maestro Giampiero, stupendo reportage, e bravissimi tutti i ragazzi che hanno seguito con interesse e consapevolezza questo viaggio! Continuate così, il futuro è nelle nostre e nelle vostre mani, e la sfida più grande che ci attende è far capire a tutti la straordinaria forza del rispetto e della tolleranza!
Francesco (che ha conosciuto il maestro Giampiero in un hotel a gerusalemme Est e si è fatto una stupenda chiacchierata con lui in pullman-direzione Gerico)
P.s. non perdiamo i contatti!
Una speranza
Non so come si chiami questa bimba, ma mentre attraversavo la polvere del suo campo, l’ho sentita schioccare la lingua, come fanno i pastori per richiamare le capre, era lei dietro al telo della sua tenda -baracca che cercava di richiamare la mia attenzione.
Non un grido, non un lamento ma un richiamo modesto, riservato , sommesso.
Un delicato schiocco, a dire: “io sono qui, sono anche io curiosa e voglio conoscerti, tu hai fatto un sacco di strada per arrivare fino al mio campo, fermati, trascorri un po’ del tuo tempo per capire comprendere.
E , mi sto accorgendo , in questo viaggio che le cose da capire , non te le fanno capire le persone rumorose, che strombazzano la propria verità, ma i piccoli dettagli, i profumi , gli odori e le puzze.
Cosa vuole dire un mucchio di spazzatura davanti ad una abitazione?
Che tutti gli abitanti di quella zona vivono con la convinzione di ESSERE un po anche loro spazzatura. Cosa significano quei buchetti sui muri? Che qualcuno negli anni passati ha sparato una raffica di mitra per fare stare zitte delle persone che protestavano. Cosa vuole dire un muro che divide città , campi, sorgenti…. che due popoli rischiano di essere destinati a non avere MAI PIU’ relazioni.
Bè ringrazio questa bimba per avermi fermato,essersi fidata di me per un attimo, ed avermi regalato un sorriso che racconta un pezzetto della sua storia adesso quando al telegiornale si parlerà di Palestina, di scontri, di terrorismo, di conflitto e di tentativi di pace… a me verrà in mente questo suo sguardo pulito e, nonostante tutto, FIDUCIOSO!
Oggi abbiamo visitato due laboratori nei quali bravissimi lavoratori e fantasiose artigiane costruiscono il loro futuro.
Donne Palestinesi dell’associazione Silver Tent , alcune anche di origine beduina realizzano bellissimi oggetti di bigiotteria, usano la loro fantasia e capacità e così riescono a guadagnare abbastanza per vivere e contribuire alla sopravvivenza delle loro famiglie.
In un altro laboratorio si realizzano sandali che viaggiamo per il mondo percorrendo strade di pace. infatti l’assoioazione si chiama Paces of Peace.
Per i palestinesi questa operazione può fare la differenza: se sei in miseria vivi nel campo profughi, una specie di quartiere con case scassate , mezze costruite, mezze demolite, con spazzatura ovunque e nessuna sicurezza… se riesci , invece , a mettere da parte qualche soldo, puoi sperare di affittare o costruirti una casetta in una parte più decente dei territori Palestinesi.
E c’è MOLTA differenza
Ramallah
E’ praticamente la Capitale della Palestina (http://it.wikipedia.org/wiki/Ramallah)
Un turbinio di auto , persone a piedi, che spingono carretti , che tentano di vendere qualsiasi cosa a chiunque….
C’è il venditore di te e di sciroppo di carrube in mezzo alla strada, la polizia che assiste impotente a un ingorgo causato da un camion che non riesce a passare perchè un’auto ha bucato e l’autista che avrà 16 anni aiutato dal fratellino di 5 anni sta sostituendo la gomma in mezzo alla strada.
Ci sono gruppetti di ragazze che vanno a spasso, due con il velo, due vestite all’occidentale e un’altra “trazzata” da discoteca con scarpe fuxia con tacco 12, minigonna e vestitino aderente. Tutte si rinfrescano sorseggiando una spremuta di limone menta , buonissima (ve la faccio quando arrivo)
Ci sono muratori cher demoliscono un tetto … standoci sopra rischiando ogni momento di finire giù, ci sono bambini che fanno da commessi al mercato delle verdure: accompagnano i clienti con la loro spesa, portando i pesi in sacchetti o in carrelli fino a casa.
Ecco sì tanti bambini che lavorano: al mecato, come manovali e muratori, come guardiani di negozi, come macellai….
Oggi ho immaginato tutte queste persone che alla sera tornano alle loro case, facendo attenzione a non inciampare nella spazzatura, o su qualche pezzo di piastrella o mattone, dopo una giornata nel caos, sapendo che il giorno dopo , e quello dopo ancora saranno ugualmente nel caos, nell’incertezza, nella povertà… come faranno a riposare veramente?
Come faranno a abbandonarsi al riposo?
Creonte poteva dire di no , quanndo ha detto di si….
Ma quale di costoro ha mai avuto una scelta??
DOMANDONE PER TUTTI….
quale è stata la vostra scelta più difficile?
C’è mai stata invece una volta che non avete proprio potuto dire la vostra e vi siete trovati prigionieri in una situazione che NON avreste mai voluto?
A proposito di certezze e di dubbi….
I bambini dovrebbero giocare e non andare a lavorare, quindi?
Questo papà è cattivo?
Non credo, a giudicare dallo sguardo fiero e dolce di tutti uesti tre uomini di famiglia, certo meriterebbero un destino migliore, ma probabilmente non sanno neanche di averne diritto.
Ecco in cosa noi possiamo essere utili.
Noi che conosciamo i diritti fondamentali di ogni uoomo , garantiti dalla Dichiarazione dei Diritti dell’ Uomo, dobbiamo fare si che TUTTI siano consapevoli dei propri!!!!
Ospiti al campo Beduino
arrivare al campo non è stato facile, abbiamo dovuto superare due post di blocco e il varco nel muro, un soldato israeliano con un mitra enorme ci ha controllato i documenti chiedendoci dove andavamo… ci han detto di stare sul vago , dire che andavamo a cena da amici…
E’ umiliante per noi che siamo qui, di passaggio.
Penso se ad Asti, quando dalla Torretta devo andare a Tanaro per vedere i fuochi o a visitare la Bula, io e voi dovessimo , inventarci che andiamo da una vecchia zia malata, poi portare i documenti , e infine essere interrogati con un mitra piantato davanti al naso.
Ogni volta, ogni volta…. stai calmo, stai calmo, ragiona, ma se per una volta non fossi calmo? se fosse una giornata storta e rispondessi male a chi sta dall’altra parte del mitra?
Arriviamo al villaggio beduino ed entriamo nella costruzione di lamiera che funge da zona comune.
Prima cosa mi colpisce il silenzio: siamo in una trentina, ognuno parla con il vicino, bisbigliando, senza disturbare gli altri, un’attesa in cui si scambiano due parole oppure si sta zitti.
Siamo sempre troppo occupati a DIRE QUALCOSA, QUALSIASI COSA…
Che pace , invece , poter stare in un angolino a osservare e ad essere osservato.
Mi colpisce l’odore…. che non c’è. I beduini sono pastori, mi aspettavo un forte odore di animali, invece no, niente, siamo sottooo una tettoia, fuori ci sono recinti nei quali le pecore passano la notte a dormire e ruminare erbe spinose , eppuure sembra di stare in una casa di città.
Poi portano un grande arrosto di agnello farcito con riso.
Che bello, che buono, adesso sì che si sente un profumino….
Sono i ragazzi più giovani a servire.
Alal fine del pasto si parla, ognuno si presenta, e il capo villaggio , il Mucktar racconta.
Incredibile: non un lamento solo una semplice ed asciutta descrizione della situazione, il loro villaggio, così come tutti gli altri 20 intorno alla “città santa” di gerusalemme rischiano di essere sgomberati, e le loro abitazioni abbattute per… per fare posto al muro che separa Israele dalla Palestina.
Per potere fare spazio a nuovi villaggi, questa volta israeliani, però.
Qualcuno diceva che sarebbe stato meglio se oltre a noi ci fosse qualche giornalista per poter dare voce alle ragioni dei beduini Jahalin…
noi abbiamo imparato che i giornalisti lavorano sempre per qualcuno , quindi per fare si che il giornale o il tg passino una notizia , questa deve e ssere importante per l’EDITORE più che per il giornalista.
INVECE è molto più importante essere stati in 7 persone “normali”
ognuno di noi conosce almeno 200 persone.
Starà adesso a ciascuno di noi raccontare questa storia che stiamo imparando in questo viaggio
La storia di un popolo senza terra,
che un popolo che per secoli è stato senza terra
spesso lascia senza case e senza speranza
La storia degli occhi di tante persone che non perdono la luce
anche quando è più buio
La storia del caos che non si ferma
e dei diritti che rimangono lontani….
Allora hai bevuto “as-saada” nel campo beduino? in quella unica tazzina senza manico? quel caffè amaro ma non nero…che di solito viene offerto da un giovane che gira tra gli ospiti con un grande bricco o un thermos…. Se bevi as-saada e dopo scuoti la tazza vuol dire che non vuoi berne più…:-). Piccoli gesti legati a grandi tradizioni…. che si portano dietro i beduini, ma anche chi nel deserto non vive più. I campi profughi che stai visitando si somigliano tutti. Io auguro a tutti i bambini un mondo senza campi profughi. Questi campi profughi non nascono come quartieri ma come “attese”, come limbi. Generazioni di palestinesi in “attesa”….. e il mondo è indifferente. Aiutiamo i giovani a rifiutare l’indifferenza. “….E , mi sto accorgendo , in questo viaggio che le cose da capire , non te le fanno capire le persone rumorose, che strombazzano la propria verità, ma i piccoli dettagli, i profumi , gli odori e le puzze…” Grazie ancora Giampiero.
Siamo entrati sotto la tettoia, ci siamo seduti in cerchio.
Tutti abbastanza incuriositi l’uno dell’altro, sia i beduini che noi del grupppo di Vento di Terra.
“chissà cosa si farà?” “Cosa succederà” “da dove vengono questi”
La cosa bella però è che non ci si fissava, era una curiosità leggera, ognuno continuava a fare due chiacchiere rilassato con il vicino.
Per prima cosa è stata offerta acqua da bere… e immediatamente con Salvatoer e Silvia , i miei vicini abbiamo pensato che questo gesto, da migliaia di anni , in queste aree, significa davvero ACCOGLIENZA.
Pensa al valore dell’acqua fresca quando viaggi.
Pensa quanto è generoso regalare la tua acqua (che per raccglierla hai dovuto viaggiare per ore)
Poi è arrivato , appunto , un ragazzino che portava il caffè.
Una gentilezza sincera, lui sapeva di fare una cosa gradita e gradevole per tutti… e così sentendoci accolti e non giudicati, abbiamo iniziato la nostra serata di condivisione.
Sono Ele e trovo che la vostra gentilezza
e’massima e il modo
di dare da bere e da mangiare ai bambini poveri e’ stata un’idea
stupendissima.
Devo dire che e’ uno spettacolo vedere bambine e bambini che ti guardano
come per dire “grazie per il vostro aiuto”.
Comunque direi che avete davvero un cuore stupendo e i bambini
saranno anche stranieri ma come dei fratelli.
UN ABBRACCIO A VOI E AI BAMBINI “POVERI”
eleonora
Ramallah non è la capitale della Palestina. Ramallah è Ramallah, una città palestinese, come tante altre città palestinesi…..ma non è la capitale della Palestina.
Hebron. Il vero nome arabo, il vero nomme palestinese di questa città palestinese è EL Khalil. La prima cosa che ho saputo di questa città è che le sue donne sono abili ricamatrici. Poi c’è un proverbio palestinese che vuole gli abitanti di El khalil (Hebron) tutti molto caparbi, testardi. Sarà per questo che in questa città oggi i giovani si sono organizzati e hanno dato vita al Comitato di Resistenza non violenta, “Shabab did al-Istitan” = Giovani contro gli insediamneti (quelli illegali dei coloni) che rifiutano la vilenza ma si oppongono con metodi pacifici ai sorprusi dell’occupazione. Issa Amro, 32 anni, è il loro leader…..Create connessione con la loro lotta non violenta.
P.S.
Nel 1994 il colono ebreo Baruch Goldstein entrò nella moschea di Abramo a hebron e massacrò 30 palestinesi in preghiera. Cos’è cambiato da allora????????????????
Il Beduino che salì sulla collina e ci costruì una scuola.
Oggi giornata molto coinvolgente.
Iniziamo il giro agli accampamenti beduini per visitare i progetti di Vento di Terra la scuola di Bambù e la scuola di gomme.
Fa caldissimo, i villaggi beduini sono in mezzo alla polvere, in mezzo al nulla , in valli strette e sassose, per arrivarci se c’è la strada ci si arriva piano piano altrimenti si deve scavalcare un guard rail….
ma a essere pignoli, per arrivare ai villaggi la strada attraversa una discarica, che quando piove porta proprio al villaggio un’acqua inquinatissima.
Sulle colline sopra i villaggi si intravedono , i villaggi degli insediamenti Israeliani.
Da lassù vedono da lontano i villaggi beduini con i loro problemi quotidiani ma non è raro che i coloni si lamentino per avere questi vicini così pittoreschi e chiedano che il villaggio venga sgomberato.
Insomma il più che ha tutto e vuole sempre di più….
Oggi era giorno di gran festa alla scuola di bambù, a proposito si chiama così perchè quuesta scuola di bambù è fatta di…. LAMIERA DI FERRO.
I beduini avrebbero voluto sistemarla un po’ perchè dentro si schiatta dal caldo. Ma il governo Israeliano ha detto : se la toccate la demolite e non la ricostruite, allora HAN DOVUTO INGEGNARSI E , CON L’AIUTO DEI VOLONTARI DI vENTO DI tERRA, HANNO ESCOGITATO QUESTO “TRUCCHETTO”
La struttura non è stata toccata ma all’interno ed all’esterno è stata foderata di canne di bamboo e fango pressato e paglia per isolare i fagazzini dal caldo (odggi c’erano 46°… giusto per capire di cosa parliamo)
Era festa oggi al villaggio : una bambina è stata premiata per la fiaba che ha scritto (ricordate per caso la trama? ce l’avevano raccontata quando sono venute le volontarie in classe da noi)
Incontro lo sguardo di Said , Ahmed e Mohammed: anche a loro piace un sacco fotografare, al più presto vi faccio vedere le foto che hanno scattato proprio loro con la mia macchina.
Bimbi svegli come voi… solo che la loro condizione è davvero pazzesca….non hanno nulla , nulla di nulla, vivono in una baracca, niente luce , l’acqua la vanno a prendere con l’asino o a piedi mentre portano il gregge di capre al pascolo… e devono camminare un bel po’… di erba non ce n’è nei dintorni.
Per visitare la scuola di gomme è “molto” più semplice…
Basta parcheggiare in autostrada, saltare il guard rail, e camminare un pochino in mezzo alla polvere… le baracche del villaggio beduino appaiono in mezzo alla polvere.
Quello che però emerge immediatamente dal buio sotto le lamiere, sono occhi neri e luminosi, fieri e decisi come quelli della nostra Antigone, che fanno allargare il cuore.
In mezzo a tanto … niente… c’è una umanità dolce ed accogliente che da speranza.
Una bimba da dietro una tenda mi richiama con uno schiocco… ci salutiamo con gli occhi e qualche gesto Come stai? Hambdu Lillà Tutto bene!!!
ci sediamo sotto una tettoia e incontriamo il capo viillaggio, gli consegnamo le firme … esatto c’è anche la vostra!
La petizione in cui si chiede al governo israeliano di non distruggere queste scuole.
il capo villaggio ci racconta che prima in quel posto c’èra una collina , ma quando decisero 4 anni fa di costruire la loro scuola, lui disse , “e che problema c’è la collina la togliamo” e nel giro di due mesi, la collina è stata spianata e al suo posto è sorta la scuola di gomme, con 5 Classi.
Si pensa già al raddoppio: ai bambini Jahalin piace la scuola.
Belle persone ricche forti, positive, chiare e dirette.
In serata siamo poi scesi a fare un bagno nel mar morto.
Mamam mia come è salata l’acquaaaaa!!!
Mi sono bagnato gli occhi e non son più riuscito ad aprirli per quanto bruciavano per mezz’ora
E che caldo : l’acqua sembrava brodo e l’aria un forno
43 gradi alle 19.00
Però davvero bello!
Domani visitiamo il laboratorio dove realizzano sandali e gioielli equi e solidali.
Se qualcuno ne vuole mii mandii un fischio o qui o via sms o su facebook
“Quello che però emerge immediatamente dal buio sotto le lamiere, sono occhi neri e luminosi, fieri e decisi come quelli della nostra Antigone, che fanno allargare il cuore.
In mezzo a tanto … niente… c’è una umanità dolce ed accogliente che da speranza…” Grazie Giampiero per aver incontrato i Bimbisvegli palestinesi e per testimoniare la loro voglia di vivere ed essere felici.
Non c’è bisogno di studiare il “problema” o la “storia”. I presente ci parla di chi non ha niente e di chi vuole sempre di più…
Un abbraccio sincero
Pina
dopo l’ultima curva in mezzo ai palazzacci ed ai villini, si apre la città vecchia.
Wow è proprio come in cartolina, questa sì che è bella.
L’aria umida porta odori di spezie, di verdure, di rape, e di carne arrosto (di nuovo una impressione di insieme e non di unicità)
Usiamo per andare a cena ed attraversiamo nell’arco di poche centinaia di metri, l’area cristiana cattolica, quella ortodossa, quella musulmana e quella dei mercati.
Anche se si tratta di aree vicine e gestite dagli stessi amministratori ti accorgi del passaggio dall’una all’altra dalla quantità di spazzatura e dal livello economico dei passanti e dei gestori delle botteghe.
Anche se è tutta una gran mescoilanza di colori e di oggetti( nelle botteghe di souvenirs più attrezzate trovi il candelabro a 7 braccia al fianco di una lampada che sembrcon la stessa manifattura!a essere appartenuta ad Aladino e poco più in là un crocefisso, tutti dello stesso materiale e della stessa manifattura.
Ecco il vero sincretismo religioso! (sincretismo = quando si fanno stare cose diverse o pensieri diversi tutti insieme , in questo caso è come se in quelle botteghe dicessero qualsiasi dio tu preghi noi te ne vendiamo gli” accessori”)
Vedo ragazzini spingere carretti e sistemare le cassette del pesce , poi quando chiudono le botteghe, da una serranda chiusa vedo uscire un po’ di luce e sento diffondersi musica.
Mi avvicino per sbirciare e dentro c’è un ragazzetto, mi viene subito in mente Enayatollah , il protagonista del libro ”Nel mare ci sono i coccodrilli” chissà se questo ragazzetto passerà la notte in bottega, magari sentendosi privilegiato per non dovere stare all’aperto?
Facciamo altri due passi, e ci sediamo a guardare Gerusalemme dall’alto, siamo nei pressi della via che percorse Gesù per salire per essere crocefisso.
A non più di cento metri dalla bottega con il ragazzino , c’è una bella casa con una grande finestra un uomo in camicia bianca pantaloni neri e cappello grande e nero sta telefonando sulla terrazza, dalla finestra della cucina vediamo una donna con un foulard in testa sistemare la cucina arredata molto bene e occuparsi del figlio piccolo. (una classica famiglia ebrea osservante)
Due realtà, quella del ragazzo nella baracca e del bambino che cresce nella casa bella e protetta, troppo troppo diverse, anche perchè sono a pochi metri di distanza…
sono solo immagini, nessun giudizio , prima di giudicare bisogna capire…
a domani!!!!
notte!
L’avvicinamento e l’arrivo a Gerusalemme
Quando recupero lo zaino… una brutta sorpresa che per un attimo non si rivela una vera TRAGEDIA.
Lo zaino, che è stato frugato e controllato dalla polizia di frontiera israeliana è tutto incasinato, e vabè… passi…
Controllo la macchina fotografica (quella bella) e…. eh???!!!!
Tutte le foto cancellate… ebbene si le foto di Venezia e Thiene il filmato dello spettacolo.
Che carognata!!!
per fortuna che in uno sprazzo di buon senso avevo salvato una copia prroprio pochi minuti prima di partire, su un hard disk di casa… però rimane una cattiveria ingiustificata!!!
Il viaggio avviene su una lunga e bruttissima autostrada, tanto cemento, case che sembrano bunker, cubi di pietra tradizionale ma costruite senza garbo e senza attenzione al paesaggio, buttati lì, a volte nemmeno terminati.
Mi salta all’occhio che i lterreno è molto asciutto ma tutto intorno ci sono coltivazioni di frumento, vigneti e anche moltissimi fiori.
Guardando bene si vedono tantissimi tubicini di irrigazione, che innaffiano persino le aiuole ai fianchi dell’autostrada…. centinaia di chilometri, accidenti , ma da dove viene tutta quest’acqua?
Che fortunati ad averne così tanta!
Buon viaggio maestro!!!!!!!
Sarò con testa e cuore li in palestina
Ti penseró ogni giorno
CIAOOOOOOOOO000000000oooooooo••••••
Giampiero……. guarda, respira, scrivici quello che vedi e quello che senti….Questa terra ci chiama. Se il mondo si abitua alla sua eterna guerra allora il mondo si perderà in una guerra eterna. E’ da questa terra che bisognerebbe risettare tutto….rinuniciando al concetto di un Dio vendicativo e giustiziere comune a tutti i fanatismi di tutte le religioni. Grazie per le tue osservazioni…. Sono felice di leggere la testimonianza di quel nonno ebreo italiano che dice “….bisognerebbe vivere un po’ in un posto con i palestinesi e poi per un po’ con gli israeliani e anche essi dovrebbero fare la stessa cosa per comprendere le ragioni di entrambi, e riuscire a tirare su qualcosa di buono ….” e tu che ci ricordi come tirare su una tenda, con le forze diverse e anche con le forze esterne…..A proposito di tenda, il più grande teatro israeliano è l’Habima, il nome significa TENDA. In arabo tenda si dice Khaima….sono i simboli dell’accoglienza… del radunarsi, dell’unione… Quanti di noi si rendono conto di doversi dare da fare per tirare su tende???… i bambini, Giampiero, i bambini sono gli uoini di domani……e tu lo sai! Tutto dipende da ciò che vivono nella loro infanzia, nella loro adolescenza….. saranno quello che avranno vissuto negli anni in cui crescevano. Se ti insegnano a difendere il tuo benessere, rievocando che prima la tua famiglia è stata sterminata, quei bambini diventeranno uomini convinti di doversi difendere ad ogni costo. Se ti insegnano che ti odiano risponderai con odio…questo succede indistintemente ai bambini israeliani e ai bambini palestinesi….
martedì 10 luglio
ore 4,50 del mattino
pronto a partire?
quasi, forse si forse no…
gli ultimissimi avvenimenti vissuti insieme sono stati davvero fortissimi ed hanno occupato mente e cuore: recitare insieme, viaggiare, impegnarsi ed incontrare nuove persone, Venezia, i ragazzi palestinesi di Betlemme e Pina, superare le difficoltà insieme.
Adesso sto cercando di fare spazio al viaggio, a tutte le persone che incontrerò, ai luoghi che vedrò.
Cercare di fare vuoto…
Lasciare è sempre un po’ difficile, ma come dice al canzone
volare non è facile
ci sono giorni che
diresti amico caro
basta che voli te
ma il nido
non è il cielo
ed è pur vero che
il pesce è fresco solo
se vai a pescarlo te!!!
La vita è per Volare!!!!
CIAO, BUONA FORTUNA PER IL VIAGGIO E MERACCOMANDO SALUTAMI I BAMBINI PALESTINESI!!!!!!!!!
ciaooooooooo!!!!!!!!!
Questo è solo l’inizio del tuo splendido viaggio!
Fa che sia la cosa più bella del mondo e poi raccontaci tutto qello che vedi sia cose belle che brutte e incontra molte persone e salutale da parte nostra.
Fai un bel viaggio portaci con te come fosse una gita di gruppo e che noi siamo di fianco a dirti ma guarda che posto meraviglioso.
RACCONTACI TUTTO COL PASSRE DEI GIORNI.
UN SALUTO & UN ABBRACCIO DA…
FEDE!!!!!!!!!!!!!!!!!
Buon viaggio maestro e guarda la palestina anche per me anche se con la TESTA e il CUORE sono già li da quando sei partito!!!!!!!!!!!!!!
divertitiiiii mi raccomando!!!!!!!!!!!!!!!